L’itinerario fotografico qui rappresentato con una scelta di immagini tratta dagli Archivi e dalle collezioni del Museo della Fotografia Fratelli Alinari si propone di illustrare le caratteristiche peculiari della regione Liguria nei suoi aspetti geografici e storici.
La regione raffigurata in queste preziose fotografie è la Liguria di un’epoca ormai distante che non abbiamo direttamente vissuto, ma così presente nella memoria che un osservatore attento potrebbe mentalmente sovrapporre le scene antiche a quelle odierne quasi a cercare identità di luoghi o mutamenti e ricordi. In queste fotografie sono fissate in un tempo passato scene suggestive divenute per noi importanti ed emblematiche.
La fotografia e proprio per questo uno strumento insostituibile per cogliere la realtà di una città o di un paesaggio e per fermarla nella memoria prima che subisca gli inevitabili mutamenti del tempo. L’epoca delle immagini riprodotte si coglie innanzitutto nelle figure umane che vi compaiano, nei loro abbigliamenti, nelle loro pose, ma anche negli edifici e nel paesaggio. Anche la superfice mossa del mare e la luminosità del cielo sono potremmo dire “d’epoca”.
Infatti l’inquadratura scelta dal fotografo e il modo di valorizzare uomini e cose caratterizza l’immagine fissata nella lastra dandole una patina storica ricca di fascino e di atmosfera. Le strade rappresentate o i porti racchiudono tutto quel mondo antico senza frastuoni, popolato da gente operosa.
Emblematiche a questo proposito sono la veduta della città vecchia con il torrente San Francesco a Sanremo o l’immagine di Piazza caricamento a Genova, scene di vita quotidiana in cui sembra di afferrare i rumori della natura o dei mezzi di trasporto, i carri e i tram sulle rotaie.
Nonostante lo sviluppo costiero lungo le vie di comunicazione, le città della Liguria hanno sempre mantenuto un rapporto armonico con l’imponente presenza del mare che è sempre stato il vero protagonista della regione in tutti i suoi aspetti paesaggistici e nello stretto legame con gli abitanti.
Nella città principale di Genova il fulcro dell’attività cittadina era il commercio navale. Due vedute qui esposte raccontano quasi il dialogo e la convivenza di Genova con il mare su cui si affaccia un grande porto ricco di navi e di imbarcazioni a vela.
La Liguria qui rappresentata assume in queste immagini un valore archeologico: in esse sono riconoscibili ad esempio le strade genovesi, le marine di Savona e del Golfo di La Spezia, le riviere di Ventimiglia e di Portovenere.
Le fotografie servono quasi da guida per l’osservatore a cui è rivolto l’invito a visitare il passato con la mente e il cuore. È un invito a rivisitare la bellezza di quelle terre che già nell’Ottocento divennero meta privilegiata per viaggiatori, turisti e soprattutto amanti e studiosi della natura.
La collotipia. Oggi come nell’Ottocento
Il procedimento con cui sono state stampate le fotografie esposte è quello della collotipia.
La collotipia è un processo fotomeccanico che permette di ottenere immagini chiaroscure, prive di retino, assolutamente aderenti al negativo fotografico. Su una matrice, costituita da una lastra di cristallo, viene steso uno strato uniforma di gelatina sensibilizzata. Dopo alcune ore di cottura in appositi forni la lastra è pronta per essere impressionata; su di essa viene sovrapposto il negativo dell’immagine da riprodurre, quindi viene esposta alla luce, impressionata secondo i procedimenti fotografici, e lavata.
La gelatina morbida al tatto, si presenta più o meno indurita nelle diverse zone dell’immagine, a seconda che sia stata più o meno colpita dalla luce. Il colore aderisce in modo variabile alla lastra dando così luogo, nel procedimento di stampa, che avviene per contatto diretto, al chiaroscuro.
L’inchiostratura, che viene fatta manualmente a spatola, permette di mantenere un costante aggiornamento sulla quantità e sui toni del colore; d’altra parte il diverso grado di sviluppo della lastra, modificabile anche durante il procedimento di stampa, consente di variare a piacere l’intensità e i contrasti di colore.
A differenza di quanto avviene in altri procedimenti più automatizzati, ogni foglio stampato è, in collotipia, il frutto della combinazione operata dallo stampatore, di diversi fattori che continuamente si modificano, costringendo quindi a continue variazioni e interventi manuali. In realtà ogni foglio è leggermente diverso dal precedente e dal successivo, ed è quindi un oggetto unico creato dalla competenza di uno specialista.
Tecnicamente la collotipia permette di stampare da ciascuna lastra un numero limitato di copie. Dopo una certa quantità di passaggi infatti, la gelatina si deteriora irrimediabilmente facendo perdere all’immagine la sua incisività.
La tiratura ottimale, che dipende da diversi fattoti quali la dimensione dell’immagine, le caratteristiche dei colori, le quantità di inchiostro usato, è compresa fra le 200 e le 300 copie da ciascuna lastra.
Nelle riproduzioni così ottenute, la mancanza assoluta di retino, consente una compattezza enormemente maggiore dell’immagine, con colori corposi e forti, dovuti al particolare colore duro (più simile ai colori a olio che all’inchiostro) usato in collotipia.