GIANNA BONACINI
una fotografa ritrovata
BARBA e CAPELLI
a cura di Federico Montaldo
inaugurazione
VENERDÌ 10 FEBBRAIO 2023
ore 18
vico San Matteo 10 R – Genova
ingresso libero – info@photofactoryart.it
10 – 25 Febbraio 2023 – LUN – VEN 15,30 – 18,30 SAB 10,00 -13,00 – 15,30 – 18,30
NOTA DEL CURATORE
GIANNA BONACINI: UNA FOTOGRAFA RITROVATA
Il merito principale di questa mostra va a Paola Agosti. Si deve a lei, infatti, avermi segnalato, a distanza di dodici anni dalla sua scomparsa, la figura di Gianna Bonacini; inizialmente sua allieva ma quasi subito divenuta amica e collega.
Incuriosito dalla segnalazione e sollecitato dall’avere Gianna vissuto con la sua famiglia nel paese di Bogliasco (dove io stesso risiedo) presi contatto con suo figlio, Gianpaolo Codeluppi, materialmente in possesso del materiale fotografico. Non avevo dubbi che la segnalazione di Paola fosse dettata non solo dal doloroso ricordo di un’amica che non c’è più, ma si basasse sulla considerazione della qualità della sua opera.
Il risultato è andato ben oltre le mie (pur alte) aspettative.
Perfettamente conservate nelle scatole di carta ILFORD da 50 fogli, ho estratto una dopo l’altra le stampe (ormai vintage) di “Barba e capelli” e di “Cuevas”, i lavori più importanti di Gianna. Mano a mano che scorrevo le fotografie saliva in me la sorpresa per la qualità delle immagini e cresceva l’emozione per la “scoperta”.
La scoperta di un grande talento, sbocciato probabilmente troppo tardi ma proprio per questo meritevole di essere oggi ricordato e valorizzato.
Quella di Gianna è una fotografia che ha le sue radici nella grande scuola “umanista”; che anche nel reportage è capace di cogliere quell’attimo di stupore, di gioia, di bellezza che ci porta con lei nell’istante e nel luogo dello scatto. E che ci emoziona.
Una delle prime mostre in Italia di Vivian Maier era intitolata “Una fotografa ritrovata”.
Ho voluto aggiungere questo titolo a quello della mostra.
Federico Montaldo
Charles-Henri Favrod
(Direttore Onorario del Musée de l’Elysée di Losanna)
La fotografia ha la virtù di fissare ciò che dura e ciò che scompare.
L’osservazione fotografica è addirittura l’unico mezzo per fornire la prova dell’esistenza di ciò che presto non sarà più. Ad ogni modo, oggi non ci si fa quasi più pettinare. Ci si limita a farsi tagliare i capelli. E i punks sono lì, con la loro rara eccentricità, soltanto per confermare la regola comune. Questa è, da tempo, la sorte dei maschi, e gli uomini conservano ancora confusamente l’idea che la capigliatura femminile risvegli il desiderio. Il ritorno dell’integralismo impone più che mai velo e tchador. Il persistere della parola barbiere in Italia, quand’anche abbia tuttora pochissimo da occuparsi del mento oramai consegnato al rasoio individuale, che esso sia a lametta o elettrico, probabilmente si spiega per il fatto che gli uomini intendono preservare tuttora quel luogo proprio, riservato, personale, la barberia,
dove le donne non erano ammesse, e dove potevano parlare impunemente, farsi belli e seducenti per loro, tutte quante, legittime e non.
Un momento di libertà eminentemente maschio, e pertanto sessuale.
È in questo universo che Gianna Bonacini ha saputo penetrare, farsi accettare, prima convincere e poi celarsi, incorporandosi splendidamente al luogo, ai protagonisti e all’ambiente.
Estratto dall’introduzione al libro di Gianna Bonacini, “Barba e Capelli”
(Peliti Associati, 1997)
Barba e capelli
Mestieri che scompaiono
Furono il freddo di una mattina d’inverno e la scarsa puntualità di una signora che aspettavo a farmi decidere di entrare per la prima volta nella vecchia barberia di un antico quartiere di Genova, oggi in gran parte demolito, ai piedi della lanterna.
Mentre cercavo di riscaldarmi ho cominciato ad osservare l’ambiente che mi circondava e che era, per me donna, completamente sconosciuto.
Sono rimasta incuriosita e colpita da un uomo con la testa quasi calva ed il collo molto grosso che si faceva tagliare i capelli. Quel collo e quella testa che uscivano dal lenzuolo che copriva le spalle hanno acceso la mia fantasia.
La barberia stessa, con la luce morbida che entrava dalla porta e che sfiorava, quasi accarezzandoli, mobili e lavandini, mi ha fatto pensare a quanti uomini si sono seduti nel tempo su quelle poltrone e a quanti discorsi potavano essere stati fatti in quelle stanze: donne, calcio, amicizie, affari personali, tutto, insomma, era stato
detto li dentro. La barberia è, per me, un microcosmo particolare in cui si riflettono gli usi e le abitudini maschili ed in cui molti momenti importanti della vita di un uomo prendono vita e si materializzano, intrecciandosi fra realtà e immaginario.
Ho deciso di esplorare questo mondo a me sconosciuto e di tentare di entrarvi con il mio sguardo meravigliato e incantato dalle cose che via via scoprivo.
Ho visitato così molte barberie in diverse zone d’Italia cercando, se possibile, di cogliere in questa mia ricerca, le espressioni buffe e talvolta persino tragiche, che si dipingevano sui volti degli uomini con la schiuma o il rasoio o le forbici, ed essi divenivano quasi clown inconsapevoli che mettevano in scena davanti a me uno
spettacolo surreale.
Nel contempo, dentro e fuori della barberia, ho fermato momenti ed immagini di vita quotidiana che, nel nostro paese, rivelano ancora il rapporto fra l’uomo e una realtà che sta lentamente scomparendo.
Questa ricerca rappresenta il mio viaggio nell’universo maschile in cui le immagini fondono fra loro realtà e fantasia.
Gianna Bonacini (1992)
Gianna Bonacini, nasce a Reggio Emilia nel 1939.
Nel 1965 si trasferisce sulla Riviera Ligure, a Bogliasco, luogo da lei molto amato per avervi trascorso le vacanze da ragazza.
Inizia a fotografare negli anni ’80, dedicandosi al reportage sociale ed etnologico, collaborando con numerose riviste, italiane e straniere.
Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
Molte sue immagini sono pubblicate in diversi libri di fotografia e cataloghi di mostre.
Le sue fotografie fanno parte della collezione del Musée de l’Elysée di Losanna, della collezione della Galleria Civica di Modena, della Fondazione Italiana per la Fotografia e di alcune collezioni private.
Viene a mancare prematuramente nel 2010.
LIBRI PUBBLICATI
1997 BARBA e CAPELLI – lingua italiana e francese – Ed. Peliti Associati – Roma
2000 AGENDA BLU 2001- Il lavoro del 2000: il fattore umano – Ed. Infocamere – Roma
2002 CUEVAS- lingua spagnola e italiana – Ed. Diputacion di Granada Espana.
2006 1997-2006. Il lavoro in dieci anni di fotografie. Ed.Infocamere -Roma -10 fotografi
MOSTRE PERSONALI
1988 TAORMINA – Congresso Internazionale degli Urbanisti Peripheries Urbaines
et Metropolitaines”.
1994 CECINA – Galleria Il Sagittario – “Il Gioco”.
LYON – Institut Culture Italien – “Chez le Barbier”.
TRAPANI – Galleria Fotonova – “Il Gioco”.
1995 GENOVA – Galleria Eugenio Costa – “Viaggio intorno all’uomo”.
1996 MONTPELLIER – "Les Coiffeurs Italiens" – Espace Photo Angle Le Corum
Manifestazioni per il Festival del Cinema Mediterraneo a Montpellier.
1997 GENEVE – CERN – Sala Esposizioni.
PARIS – Palazzo dei Congressi. Manifestazioni Culturali per il Mondial Coiffure Beaule.
BARCELONA (Espana) – Institut d’Estudis Fotografics de Catalunya.
1998 TORINO – Fondazione Italiana per la Fotografia. Presentazione del libro “Barba e Capelli”.
1999 GRANADA (Espana) – Centro de Investigaciones Etnologicas “Angel Ganivet”:“CUEVAS”.
2000 TORINO – Fondazione Italiana per la Fotografia – Presentazione dell’ “Agenda Blu 2001”
con il titolo : “Il lavoro del 2000: il fattore umano” per Infocamere di Roma.
2001 MILANO – Centro Culturale San Fedele – “Barba e Capelli”.
2002 LILLE (France) Les Transphotographiques -Hotel de Ville – “Barba e Capelli”